Chi non conosce la GoPro, la videocamera che ha rivoluzionato il mondo delle riprese? Con GoPro, tutti possiamo filmare e immortalare le nostre imprese sportive. Piccola, resistente agli urti e piuttosto economica, la GoPro è diventata in pochissimi anni la compagna ideale di chi vuole delle riprese ad alta definizione in condizioni in cui filmare non è proprio facile.
Il fondatore di GoPro e Ceo dell’azienda è lo statunitense Nick Woodman. Dopo il fallimento della sua prima azienda di marketing online, Woodman si trasferisce prima in Australia, poi in Indonesia, cercando un’idea vincente che fosse in grado di risollevare il suo business. Ed è proprio osservando i suoi compagni surfisti che, ad un certo punto, Woodman ha l’illuminazione: le videocamere utilizzate per filmare le prodezze in acqua venivano puntualmente distrutte, era quindi necessario creare un prodotto che fosse resistente agli urti e che allo stesso tempo riuscisse a catturare delle immagini ad alta definizione. Pochi anni, e la GoPro diventa un’azienda valutata 2,25 miliardi di dollari, con oltre tre milioni di pezzi venduti in tre anni.
Che cosa significa tutto ciò? Certo, l’idea iniziale di Goodman è importante, ma qui è altrettanto fondamentale il suo posizionamento di marca. Goodman non ha inventato semplicemente una videocamera per gli sportivi: Goodman ha inventato la videocamera per gli eroi. Be a Hero è ciò che ha garantito il successo di GoPro. Sembra suggerire:
“Ehi, dico a te! Tu non sei un semplice Mister X che fa sport, tu sei un Ironman che sfida ogni giorno il mondo di corsa, in bici o a piedi, o in moto, o come vuoi tu. Tu sei un eroe, e la tua videocamera lo prova”.
É sicuramente un payoff con molto appeal, che è stato in grado di creare attorno a sé una comunità di fedeli heroes, tanto che esiste un canale Youtube di GoPro (e chiaramente ciò vuol dire anche un’altra cosa: della pubblicità gratis per Woodman).
Se noi oggi vogliamo acquistare una telecamera adatta a delle riprese in condizioni difficili, chiediamo al commesso una GoPro, non una cam di una marca qualsiasi. Ecco spiegato il posizionamento di marca: l’identificazione totale di un prodotto con un marchio preciso. Chi farà in futuro questo genere di prodotto, verrà sempre e solo DOPO Woodman, a meno che non inventi qualcosa di nuovo e mai visto prima. Ed ecco un altra regola fondamentale del posizionamento attivo: bisogna essere gli unici per vincere sul mercato, non basta essere i migliori: la GoPro infatti é unica, ha dei concorrenti, e neppure di poco conto. Sony e Nikon sono indubbiamente dei colossi, ma perché in questo settore vince GoPro? É presto detto: se prima di Woodman la produzione di telecamere si è sempre e solo concentrata sulla definizione delle immagini, per la prima volta in una videocamera ci si concentra soprattutto sulla resistenza dell’oggetto, perché la qualità delle immagini è data per scontata, ovvio quindi che ciò che riprendo sia in alta definizione.
Woodman e la sua storia sono un esempio di posizionamento vincente: distinto dagli altri, ha catturato una fetta di mercato a cui nessuno, prima di lui, aveva pensato. Il giusto mix tra idea geniale e comunicazione vincente: il Be a Hero di GoPro è entrato ormai nelle nostre teste come un ritornello dei classiconi che passano per radio; magari la canzone non ci piace, ma la cantiamo ugualmente. Magari non ci interessa acquistare una videocamera, ma sappiamo lo stesso che cos’è una GoPro.
Così Goodman ha saputo creare attorno al suo brand un’identità precisa, un posizionamento chiaro ed efficace, senza scendere a compromessi. Un perfetto esempio di Posizionamento Attivo.
[…] è nata la GoPro ed ha cambiato tutto, perché si è focalizzata non tanto sulla risoluzione, sulla foto emozionale, […]